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.Il lussuosissimo salotto di Villa Fiamma!
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Conviene che mi sposti al salotto.
Era il secondo giorno di reality, Nicola si era alzato di buon mattino, aveva deciso di sfruttare la luce del giorno per farsi un giro di tutti i posti dove andare. Gli piaceva molto provare cose diverse ogni giorno, il reality era l'occasione per variare un po'.
Il giorno trascorse in fretta, verso le cinque del pomeriggio aveva visitato ormai quasi ogni posto, e si era diretto in camera sua a cenare. Sì, in camera sua. Non aveva molta voglia di stare in mezzo a tutti quella sera, così decidette di prendere quello che poteva dal tavolo e andarselo a sgranocchiare direttamente in camera.
Dopo cena, Nicola si diresse nel salotto a cercare qualcosa di caldo da bere. Trovò un bancone con della cioccolata calda pronta. Ne prese una tazza, dopodiché si sposto vicino al finestrone, per osservare il mare e le foglie degli alberi agitati dal vento.
Che scena magnifica la spiaggia di notte.. -
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Appena finita la cioccolata si sentì uno scoppio nel cielo. Un tuono, seguito poi da più fulmini.. stava per piovre.
Nicola decise quindi posare la tazza e di tornare nelle proprie camere, a fare un sonnellino.. -
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Nicola amava questo posto. Credeva sinceramente fosse il miglior posto dove passare le serate del Flame Reality.
A causa di impegni secondari non aveva potuto partecipare ad attività con altra gente per un centinaio d'ore circa, così, alla sera, decise che si sarebbe recato nel salotto senza cenare.
Il ragazzo iniziò a sorseggiare del succo all'arancia in un bicchiere per aperitivi e si portò vicino il finestrone che dava sulla spiaggia. Una volta arrivato lì, si mise a guardare le stelle.. -
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- Che mortorio...
Pensai sconsolata, trascinandomi a passi lenti e pesanti verso l'entrata del Salotto.
- E dire che mi ero iscritta per fare nuove conoscenze... Ma qui è peggio del deserto del Sahara... Lì, perlomeno, c'avrei trovato i fennec. Già, proprio come la mia dolce Penelope... Chissà dove sarà ora...
Mi domandai, in preda allo sconforto. Tuttavia, non appena entrai nella stanza, notai che c'era già qualcun altro: probabilmente doveva aver avuto la mia stessa idea. E dato che quella sera non avevo per niente voglia di discutere o litigare, lo salutai cordialmente, dirigendomi frattanto verso il bancone dei drink e preparandomi un bel Sex on the beach.
- Buonasera, Nicola.
Gli lanciai un'occhiata fugace, intenta nella preparazione del cocktail.. -
Hi im gab .
User deleted
SPOILER (clicca per visualizzare)prevedo un figlio dopo questo cocktail. -
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Buonasera, ragazza.
Disse Nicola ancora intento ad osservare il cielo. Aveva riconosciuto la ragazza dal tono, non era infastidito della sua presenza, era stato troppe ore senza parlare con nessuno.
Il ragazzo si voltò per un attimo e la vide prepararsi qualche intruglio alcolico.
Cosa berrai di bello?. -
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Lo ascoltai distrattamente, e senza distogliere lo sguardo dalle varie bottiglie risposi educatamente:
<< Un sex on the beach. E' il mio cocktail preferito. Poco alcol e tanta frutta... >>
Tacqui per qualche secondo, poi ripresi fiato ed aggiunsi, con molta naturalezza:
<< Ne vuoi uno anche tu? Se vuoi te lo preparo. Non c'è problema. >>
Mi meravigliai di me stessa: da quando in qua ero tanto gentile con lui?. -
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Gentile da parte tua...
Disse il ragazzo alzando un sopracciglio. Poi proseguì:
Non mi piace molto l'alcol, ma grazie ugualmente.
Nicola riprese a guardare il cielo, gli piaceva osservare le fasi lunari e le poche nuvole di quell'isola rendevano il posto perfetto allo scopo.
Schiaritosi le idee, disse poi:
Dove sono tutti gli altri? Sembra si siano nascosti come le talpe.
Sogghignò.. -
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Sospirai.
- Ci sono anche analcolici, ad ogni modo.
Mi guardai intorno, e mi resi conto che eravamo soli, completamente soli. Non vedevo l'ora di essere eliminata da quello stupido fallimento ideato da me stessa.
- Boh, non saprei.
Mormorai, facendo spallucce e sorseggiando tacitamente il mio Sex on the beach.. -
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Nessun problema, tranquilla.
Il ragazzo rifiutò di bere, avendo già finito il succo, e si mosse a passi leggeri per la stanza, attorno al bancone.
Forse se ne sono andati perché hanno tutti paura...
Nicola rise lievemente, poi divenne serio:
L'importante è mettere anima e corpo in ogni cosa che si fa, così vivono i vincenti.
Poi ruotò la testa ancora una volta verso il finestrone, e disse:
Anche se non cambia molto.. vincere o perdere..
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Sgranocchiando patatine rimaste dalla refurtiva, Katherine raggiunse il salotto con aria stanca. Si rendeva conto di essere stata poco presente nelle attività del Reality, e ciò non aveva fatto altro che peggiorare la situazione di claustrofobia che l'aveva colta da un paio di giorni. Non si sentiva oppressa, no; era solo una vaga sensazione di insoddisfazione che le aleggiava nel sangue, con il solo risultato di lasciarla con una stanchezza perenne.
Quando si accorse che nel salotto c'erano altre persone si bloccò un attimo, smettendo di masticare. Le riconobbe all'istante, ovviamente. Si avvicinò e salutò Nicola con un'espressione contrariata, senza neppure nascondere il fatto che avrebbe preferito vedere chiunque tranne che lui. Non aveva ben seguito i cambiamenti recenti di Serey, però. Non riusciva a capire né cosa ricordasse, né cosa sapesse. Aggrottò le sopracciglia, confusa dai suoi stessi pensieri, e si limitò a borbottare un «Buonasera» soffocato tra una patatina e l'altra.. -
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Inarcai un sopracciglio, questa volta sollevando lo sguardo verso il ragazzo.
- Paura? Di me? Nah, dubito. A chi potrebbe mai far paura una svampita come me?
Ridacchiai, scuotendo lentamente la testa, tornando a sorseggiare il mio drink. Ed eccolo: tornava a dire cose senza senso in mia presenza.
- Non cambia, dici? E perché?
Chiesi, curiosa.. -
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Buonasera, ragazza.
Disse Nicola rivolgendosi per un momento alla nuova arrivata. Lanciò poi un brevissimo sguardo nervoso alle patatine.
Detto fra noi, Serenity, mi contraria alquanto che tu aggiunga parole in più a ciò che dico.
Il ragazzo sogghignò.
Non ho detto "paura di te", era generale...
Il ragazzo smise di parlare, non gli piaceva stare alzato, così si sedette a braccia aperte sul primo divano che gli capitò a tiro.
Per non essere troppo filosofico..
Nicola si accinse a rispondere all'ultima domanda della ragazza:
Non sono le vittorie e le sconfitte a cambiare l'umore della gente.
Terminò poi.. -
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Anche se fu brevissima, colse l'occhiata che Nicola aveva lanciato alle patatine. Lo guardò, alzando le sopracciglia e sogghignando, per poi andare a lasciarsi cadere sulla poltrona lì accanto, continuando imperterrita a mangiare.
Spostò lo sguardo da lui a Serey, e poi di nuovo su di lui, come se stesse guardando uno show. Poi si chinò in avanti, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
«Scusate se vi interrompo, » ridacchiò, «ma qualcuno di voi ha visto gli altri? A parte Shay, non vedevo nessun altro dal giorno in cui è iniziato tutto questo.».
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