Posts written by Grande Nero

  1. .
    Duuuunque.
    Clannad
    Tangen Toppa Gurren Lagann
    Toradora!
    Chuunibyou Demo Koi Ga Shitai!
    Ano Natsu De Matteru
    Yahari Ore no Seishun Lovecome wa Machigatteiru
    Full metal Alchemist Brotherhood
    Hentai Ouji to Warawanai Neko
    Love Hina (meglio il manga però)
    Mondaiji-tachi ga Isekai kara Kuru Sou Desu yo?
    Sakurasou no Pet na Kanojo
    Shinzo, il Lungo Viaggio di Yakumo
    Welcome to the N.H.K.

    Sono tra quelli che più ho amato.
  2. .
    Figaggine.
  3. .
    Branco di infoiati. :aòd:
  4. .
    CITAZIONE (~ Lightning Rory™ @ 18/9/2013, 07:13) 
    Potevi fare di meglio! Dov'è il sesso?? Dove!!!
    *rotola*

    Forse c'è ancora un posto per Genesis nella storia... magari così lo vedi questo sesso
  5. .
    Classico.
  6. .
    Manca qualcuno? Volete infierire?
    Ok, basta.
  7. .
    Ovviamente ù_ù
  8. .
    CITAZIONE (•Ryu @ 15/9/2013, 22:14) 
    CITAZIONE (Grande Nero @ 15/9/2013, 22:13) 
    Ma chi ha perdonato caso. Lo vuole fracassare di botte ma non vuole addossarsi la responsabilità diretta di averlo ammazzato..

    Un po' semplicistica come cosa... :sisi:

    Amen.
  9. .
    CITAZIONE (.Eren~Ace @ 15/9/2013, 21:44) 
    Sono rimasto deluso da questo capitolo :/ era una carta che ti potevi giocare meglio... ce, loro sono tre ragazzi che nel mondo reale erano amici. Vengono "risucchiati" in un mondo virtuale simile a un mmorpg, dove se il loro pg muore moriranno anche loro. Si rincontrano in questo gioco e subito due di loro devono scontrarsi a morte. Poi quando uno dei due passa a miglior vita anche gli altri due devono scontrarsi, solo che questa volta non è necessario ma una loro scelta. Beatrice, da quello che ho capito ha perdonato A per aver ucciso Nicholas, quindi perché dovrebbe ucciderlo? E' una reazione a mio parere leggermente forzata, perché come ho già detto loro sono amici e anche se nel gioco c'è un limite per i pg che possono rimanere vivi non mi pare una buona motivazione per uccidere un vecchio amico. So che devi far fuori qualcuno pero' mi suona strano, poi sono mie impressioni :/
    Passando allo stile, questo capitolo (a mio parere) avrebbe dovuto invitare il lettore a riflettere, a rattristirsi quando due ragazzi, amici peraltro, sono costretti a uccidersi a vicenda, eppure non ha questo effetto. Non so se capisci cosa intendo, ma secondo me dovresti lavorare di più sul lato emotivo dei personaggi e di meno sulle azioni di questi :/

    E' sorprendente che quando devo scrivere molti pensieri in poco tempo inizio a parlare come un ritardato :aòd:

    Ma chi ha perdonato caso. Lo vuole fracassare di botte ma non vuole addossarsi la responsabilità diretta di averlo ammazzato.

    Alpha Alessandro è morto.
  10. .
    Ok vi ucciderò tutti per mano dei boss :cuccia:
  11. .
    CITAZIONE (•Alice Liddell ~ @ 15/9/2013, 20:36) 
    Una cosa ordinaria, insomma.
    Non mi sento di criticare molto. Stai trovando il tuo equilibrio e sei sulla buona strada.
    Una cosa su cui sento di dovermi soffermare è solo il numero dei personaggi e quindi la ripetività dei capitoli/combattimenti. Ma non è colpa tua, perché al tempo quando avevi chiesto le schede non credo che avessi immaginato che ci fossero così tanti personaggi. Può essere una cosa brutta - e sinceramente non so quanti personaggi rimangono - ma alcuni li dovrai per forza uccidere in fretta.

    Come ho detto, preferirei ucciderli combattendo, ma in effetti sarebbe ripetitivo >_>
  12. .
    CITAZIONE (•Ryu @ 15/9/2013, 20:06) 
    In un certo senso, capitolo di ordinaria amministrazione.

    Ormai la morte è all'ordine del giorno
    Beh, preferisco far combattere i pg tra di loro piuttosto che farli morire falciati in massa dai boss.
  13. .
    Riferimenti a utenti del forum!? Io non ho notato OHGOD.
    Comunque concordo sostanzialmente con Aury e Ryu... E ti chiedo: ma questo è Sherlock Holmes? Cioè ci ha messo due secondi per capire che era un Nephilim e interrogare la madre sulle proprie origini? Ok che Wikipedia fa miracoli...
    Dai che si migliora.
  14. .
    Cagnacci, sono riuscito a produrre il capitolo 29. Sono arrivato lontano!

    Capitolo 29
    Alessandro era tormentato dai sensi di colpa: aveva incontrato Beatrice prima della battaglia contro le tre bestie e avevano litigato. La ragazza aveva voluto sapere che fine aveva fatto Nicolas. Sconvolta dalle parole del ragazzo, Beatrice gli aveva urlato contro, chiedendogli se non si sentiva in colpa. Alessandro aveva risposto che non si sentiva in colpa, che voleva sopravvivere e che Nicolas lo aveva sfidato ad un duello all’ultimo sangue. Beatrice aveva gridato contro il ragazzo ancora per qualche minuto. Sconvolta dall’assenza di reazioni dell’amico, gli aveva sferrato un pugno e se n’era andata.
    “Le passerà.” aveva pensato. Ma dopo non averla vista combattere contro il boss successivo era stato roso dai sensi di colpa: si odiava per averla ferita, si odiava per aver ucciso Nicolas, anche se necessario.
    Così mentre camminava per la città, incontrò proprio Beatrice. Fu così sollevato nel vedere la ragazza che quasi le corse incontro. Ma si bloccò, vedendo lo sguardo glaciale di Beatrice.
    - Beatrice... - mormorò Alessandro.
    Beatrice era entrata per ultima nel gruppo costituito da varie persone tra cui Nicolas e Alessandro. Lui e la ragazza erano subito entrati in sintonia, avendo circa la sua stessa età. Erano diventati amici, si volevano bene.
    Ma ora, nella ragazza che avanzava verso di lui non c’era traccia di quell’affetto che un tempo aveva unito i due.
    Beatrice, detta il Colosso, era una ragazza molto bassa, dai capelli corvini e dagli occhi azzurri. Sebbene amasse essere chiamata Colosso, odiava sentirsi dire che era bassa.
    Portava un completo bianco: body, stivali, guanti e mantello, tutti del colore della neve. Non portava pantaloni, ma non sembrava le importasse: era abbastanza coperta. I guanti erano attraversati da strane fibre metalliche, che lasciarono Alessandro perplesso. Ma ciò che lo lasciò ancora più confuso fu l’arma che la ragazza brandiva: un vecchio, nodoso bastone bianco, lungo circa un metro e mezzo. Il ragazzo non sapeva se ridere o piangere: la sua collega andava in giro con un bastone che anche un bambino di tre anni poteva trovare per terra, sotto le fronde di un albero.
    Beatrice si fermò a qualche metro di distanza da Alessandro. Bastò uno sguardo per capire che da quella sfida ne sarebbe uscito vivo solamente uno.
    La ragazza attaccò per prima, sorprendendo Alessandro. Il ragazzo si spostò in tempo per evitare l’avversaria, che era scattata all’attacco, veloce come un proiettile.
    “È velocissima...!”
    Beatrice si fermò bruscamente, si girò e scattò nuovamente contro Alessandro.
    “Userò le lame dell’arco per fermarla.”
    Il ragazzo brandì l’arma con entrambi le mani e si preparò a parare.
    Il bastone bianco colpì la lama di Alessandro, facendolo volare via. Piantò l’arco a terra e frenò, sconvolto.
    Beatrice sorrise trionfante. - Il peso di questo innocuo bastone di legno cambia a seconda della mia volontà. Hai appena sbattuto contro una Smart che andava a velocità moderata. - Il sorriso si accentuò. - La prossima volta farai un frontale contro un tir di cento tonnellate che viaggia al triplo della velocità. -
    Alessandro si innervosì, sapendo che quell’abilità era davvero pericolosa. Scoccò qualche freccia energetica, ma la ragazza le evitava dando prova di una velocità strabiliante.
    - Immagino che non ti abbia detto che posso cambiare il peso anche al mio corpo.-
    Beatrice scattò in avanti, saltò contro un muro e iniziò a saltare tra quello dove si trovava ora e quello adiacente a zig zag, ridendo.
    Alessandro tentò di prevedere le mosse dell’avversaria e lanciò una freccia dalla punta esplosiva in una zona di muro precisa. Beatrice si lanciò verso il muro e la freccia esplose. Prima che potesse raggiungerlo, però, la ragazza aveva cambiato peso, era atterrata e si preparava ad attaccare di nuovo.
    Alessandro si ritrovò ad indietreggiare, mentre l’avversaria lasciava una scia di crateri dietro di sé.
    Sferrò una mazzata contro un muro, distruggendolo. Alessandro ne approfittò per infilarsi dentro al palazzo, nascondendosi nell’ombra.
    Sentì i passi della ragazza mentre polvere e calcinacci scricchiolavano sotto i suoi piedi.
    - Dove sei, Alessandro? Dove ti nascondi? - cantilenò.
    Il ragazzo si era rifugiato poco lontano dal muro, in modo da poter individuare l’avversaria mentre entrava. Appena fu illuminata dalla luce lunare, Alessandro balzò in piedi e iniziò a bersagliare la ragazza con un nugolo di frecce dalle punte esplosive. L’interno del palazzo fu devastato dal micro bombardamento. Rimaste solo cinque frecce, Alessandro si fermò, valutando la situazione: di Beatrice non c’era più traccia.
    - Dove si è cacciata? -
    Sentì uno scricchiolio sopra di sé e alzò la testa: il soffitto si spaccò e gli cadde addosso, riempiendolo di povere e ferendolo.
    Che peccato, speravo che cascassero pezzi più grossi! - si lamentò Beatrice, saltando giù dal buco.
    - Beh, è il momento di dirci addio. Bye bye, Alessandro! - Il bastone colpì un muro.
    La ragazza uscì dal palazzo, mentre questo collassava su se stesso e crollava, seppellendo Alessandro.
    Beatrice osservò la polvere posarsi per qualche secondo, poi si voltò e se ne andò.
    Una freccia nera sibilò vicino al suo orecchio, bruciandogli una ciocca. La ragazza trasalì e si girò: sebbene pieno di graffi e con qualche livido, Alessandro era in piedi sulle macerie, pronto a scoccare una seconda freccia.
    L’avversaria digrignò i denti.
    - Non ho sentito l’urto contro il tir. Perché hai fatto crollare l’edificio? Sarebbe stato più semplice colpirmi in testa e finirla lì. Non volevi avere sulla coscienza la mia morte? -
    Beatrice era paonazza, ma non rispose.
    - Non sentirti in colpa per la morte di Nicolas. Ha agito come avrebbe dovuto. Ora fai come lui, e cerca di fare sul serio. -
    La ragazza strinse la sua presa sul bastone e attaccò. Alessandro evitò agilmente diversi colpi: finte, ai lati, dal basso e dall’alto. Dopo aver evitato l’ennesimo colpo, il ragazzo saltò sopra il bastone, volò con un balzo dietro all’avversaria e le piantò una freccia nella spalla destra. Beatrice iniziò a sanguinare. Gli attacchi successivi furono più fiacchi, essendo il braccio destro indebolito. Altre due frecce colpirono il bersaglio, immobilizzando completamente l’arto. Beatrice osservò il braccio inerte per qualche secondo. Poi semplicemente iniziò ad usare il sinistro. Per un po’ la ragazza continuò ad attaccare e Alessandro schivare senza rispondere. Ogni tanto il ragazzo riusciva a scoccare qualche freccia, ma la maggior parte venivano schivate e distrutte dal bastone.
    Alessandro scoccò l’ennesima freccia, colpendo il bersaglio alla gamba. Stavolta Beatrice reagì, scattando contro l’avversario e colpendolo di striscio sopra il ginocchio sinistro. Il ragazzo fu scaraventato via, urlante. L’osso era completamente sbriciolato e la gamba completamente inutilizzabile. Alessandro si allontanò zoppicando, scoccando frecce per proteggersi. Beatrice fu su di lui: lo colpì al mento con un calcio, facendolo cadere a terra. Mentre tentava di alzare il braccio con l’arco, il bastone si abbatté sulla mano, fracassandogliela. Il sangue usciva copioso dalla mano e dalla gamba, inzuppandogli i vestiti.



    - È la tua fine, Alessandro. - dichiarò Beatrice. - Mi dispiace. -
    Alessandro sorrise. - Dispiace anche a me. - Il ragazzo mosse la mano ancora funzionante. L’arco si mosse velocissimo: una lama entrò nella carne della schiena di Beatrice, facendola sussultare. Il bastone cadde, ma quando toccò terra non ci furono ripercussioni.
    - Brutto bastardo... - La ragazza cadde a terra.
    Per qualche minuto ci fu silenzio.
    - Mi dispiace che sia finita così. - esordì Alessandro dopo qualche minuto di silenzio.
    - Tu hai le ossa distrutte e io un arco piantato nella schiena. Tutto sommato, poteva andarci peggio. - Silenzio. - Pensi che ci sia vita, dopo la morte? -
    Siamo stati catapultati in un gioco e costretti ad ammazzarci a vicenda. Con gente che brandiva spade infuocate, bastoni all’apparenza innocui. C’erano persone coi draghi. A questo punto credo a tutto. -
    - Allora ci rivedremo nell’altro mondo, insieme a Nicolas. E ti riempirò di botte. -
    - Non vedo l’ora. -
    Qualche minuto dopo, Beatrice scomparve.
    - Dio un sasso. Che idiozia. -
    Arco e arciere scomparvero nella notte perenne qualche secondo dopo.

    Canzone su richiesta di Alessandro.
    Molto figa, mi è piaciuta u_u
  15. .
    Niente da dire, sono sempre più curioso
7388 replies since 12/2/2008
.